E’ dovuto intervenire il Ministero della Cultura, ovvero la soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Livorno e Pisa, per obbligare il Sindaco e l’Assessore alla Cultura ad adempiere ai loro doveri come richiesto da un cittadino.
Don Carlo Mammarella, Conte della Daunia, è, come il nome suggerisce, un aristocratico residente nel Comune di Campiglia Marittima che aveva chiesto al Comune il ripristino della targa commemorativa a Re Umberto I che era stata sradicata e gettata faccia al muro nel cimitero cittadino, posto non certo consono per un reperto storico di valore.
Il cammino di Don Mammarella è stato davvero imprevisto; a seguito delle sue proposte etico-sociali e culturali, si poteva pensare ad un “sì” o ad un “no” non certo ad un: “vada a chiedere a Emanuele Filiberto di Savoia o a qualche altro nobiluomo.” scritto dall’Assessore Gianluca Camerini allo stesso. (Vedasi nostro precedente post: https://www.invaldicornia.news/2023/02/18/nobili-e-ignobili/ ) Quando si è offerto di ripristinare, a sue spese, un’antica targa, per non gravare sui conti del Comune è invece stato semplicemente ignorato.
Ebbene, Don Mammarella non si è arreso, ha scavalcato l’Amministrazione locale e si è rivolto ad enti superiori inviando, anche a loro, foto e “dialoghi” con i rappresentanti del Comune di Campiglia.
Ed ecco com’è finita… le “scuse” del Sindaco hanno prodotto un’intimazione chiara e precisa: la lapide deve tornare all’interno del Palazzo Comunale, coì intima il Soprintendente, perché evidentemente un pezzo di Storia ed il tutto con un “sollecito riscontro” … ovvero farlo e alla svelta!